Etica, democrazia, giustizia. Speranza, fraternità, legalità. Parole antiche ma sempre nuove, parole che politici e opinionisti dell’ultima ora, nel chiassoso cicalio del dibattito odierno, hanno imparato a maneggiare, riciclare, piegare alle esigenze propagandistiche, svuotare di significato. Eppure una proposta di rinnovamento culturale, attenta ai bisogni e alle esigenze della società e dei singoli cittadini, può partire solo da una riflessione sul valore originario dei princìpi su cui si basa il nostro lessico politico. Perché è proprio la crisi delle fonti culturali (e perché no, del linguaggio) a portare a una colonizzazione da parte degli interessi particolari, così lontani dagli obiettivi di partenza. E quindi: hanno ancora senso la coerenza e la lealtà in politica? Oppure si esaurisce tutto in un complesso gioco finalizzato al raggiungimento del potere individuale? Cos’è la legalità? Esiste ancora la Maestà della Legge? A queste e ad altre domande cerca di rispondere questo libro, frutto di un incontro tra politici e uomini di cultura che si interrogano sulla possibilità di formulare un programma in grado di ridurre le distanze tra politica e vita quotidiana, tra società e individuo. Don Virginio Colmegna e Maria Grazia Guida, curatori e ispiratori del volume, tracciano le linee guida di un nuovo modo di nominare la politica e di farla, un modo che sappia promuovere coesione sociale, che educhi alla solidarietà e alla prossimità, che recuperi l’importanza etica della sua funzione.
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