Storia del popolo americano – qui con una nuova prefazione di Francesco Costa – racconta il percorso degli Stati Uniti dal 1492 al 2001 da un punto di vista inedito: non più partendo dalle stanze del potere, ma dalle strade, dalle case e dai luoghi di lavoro della gente comune. Una controstoria popolare che riesce a dare voce alle vite delle minoranze tuttora discriminate, delle donne, dei poveri e di chiunque sia stato escluso dal mito del sogno americano.
L’epopea che Howard Zinn ripercorre, tra l’arrivo di Cristoforo Colombo e l’attentato alle Torri Gemelle, ritrae un paese abitato da sempre da incongruenze e ambiguità: la nazione «più libera al mondo», che ha schiavizzato e segregato per secoli la popolazione nera; la «punta della civiltà occidentale» nata dal genocidio degli indigeni; il «garante della pace internazionale» capace di una politica coloniale violenta e manipolatoria. Appoggiandosi a testimonianze e documenti poco noti, l’analisi di Zinn offre un resoconto autentico e completo di mezzo millennio di epoche, società ed episodi cruciali: sottrae all’oblio le ribellioni dei neri, i conflitti sindacali, le manifestazioni contro la guerra, le voci dei dissidenti, delle femministe, degli oppressi, scoperchiando anche lo sfruttamento e il razzismo che si cela dietro le retoriche del potere e le leggende patriottiche; il tutto senza mai cadere in idealizzazioni opposte.
A circa mezzo secolo dalla prima edizione e dopo milioni di copie vendute, quest'opera continua a essere uno dei libri di storia più letti e studiati al mondo: la narrazione della faccia più misconosciuta dell’America, nella quale sono scavati con violenza i segni delle sue contraddizioni.
Prefazione di Francesco Costa
Howard Zinn (New York, 1922 - Santa Monica, 2010) è stato uno storico e militante radicale statunitense. Il Saggiatore ha pubblicato Disobbedienza e democrazia (2006) e Voci del popolo americano (con Anthony Arnove, 2014).
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