L’umanità di domani è una carta geografica del futuro per orientarsi nel mondo che verrà attraverso la lente degli sviluppi demografici e dei flussi di popolazione che lo caratterizzeranno.
Paul Morland ci mostra quanto la demografia sia la prospettiva migliore da cui osservare i mutamenti delle nostre società e delle nostre economie, e lo fa attraverso dieci numeri, dieci dati da cui partire per osservare il cambiamento. Se da un lato nei paesi dell’Africa occidentale la diminuzione della mortalità infantile, accompagnata dall’alto tasso di natalità, genererà la prossima esplosione demografica, nei paesi europei e dell’Asia orientale – casi emblematici sono Italia e Giappone – assisteremo sempre più a un progressivo invecchiamento. Lo sviluppo economico dei paesi ora considerati «poveri» e l’aumento del livello di istruzione e dell’emancipazione delle donne produrranno un pervasivo calo delle nascite, che potrebbe arrestare (se non invertire) la crescita esponenziale del numero di individui sulla Terra. È un bene? È un male?
Questi mutamenti non sono solo cifre, grafici e diagrammi: influiscono direttamente sulla disponibilità delle risorse e sulla salute ambientale del pianeta, ma anche sulla cultura e sulla politica, sulla religione e sull’educazione, sulle leggi e sull’etica. Se impariamo a prevedere il mondo di domani possiamo orientare le nostre scelte personali in base alla forma che vogliamo che abbia; perché il destino dell’umanità del futuro dipende più che mai da ciò che facciamo oggi.
Traduzione di Luisa Doplicher e Daniele A. Gewurz
Paul Morland (Londra, 1964) è ricercatore presso il Birkbeck College, University of London. Ha scritto e curato podcast sui temi della demografia e dei mutamenti della popolazione, e collabora con il Financial Times, il Jerusalem Post e il Toronto Globe and Mail.
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