Osceno, truculento, eretico, provocatorio fino all’eccesso. Lucio Fulci è ricordato come il padre dell’horror all’italiana degli anni settanta e ottanta. Il maestro dell’orrore grondante sangue e violenza, il «terrorista dei generi»: per un’intera carriera tentò di dettarne le regole, facendoli deflagrare ogni volta. Le lune nere sono i racconti autografi che hanno dato materia narrativa al cinema visionario del regista romano. E che riflettono appieno il suo stile espressivo: la lingua ruvida, ridotta all’osso, e le trame essenziali, volutamente incoerenti e disturbanti, sono al servizio della paura, amplificatori dell’orrore. In Porte del nulla – divenuto poi un film – un automobilista è ossessionato da un carro funebre che gli ostacola continuamente il passaggio: scoprirà di avere con il feretro legami molto più stretti di quanto non pensi. Nei Testimoni, Carla rimane sola in un albergo sul lungolago, dove gli specchi riflettono omicidi del passato. E poi corpi fatti a pezzi, neonati sadici, morti che tornano tra i vivi: il repertorio classico del genere è qui presente, vivo, vegeto e sanguinante. Nelle Lune nere è feroce la critica di Fulci alla società dei consumi: in Buoni sentimenti, la piccola Margaret, telespettatrice dipendente dai cartoni animati, diviene preda di incubi notturni generati da nonne-lupo e lugubri casette di marzapane, con esiti spaventosi; in Trio, protagonista è una donna innamorata di una star delle soap opera; Contestazione vede contrapposti Mr Zero, feto senziente in contatto con il mondo esterno, e i suoi genitori, «contenitore» e «generatore», materialisti, indifferenti, lontanissimi. Tra derive oniriche e allucinazioni, erotismo esplicito e malvagità assortite, Lucio Fulci raccoglie storie fortemente ironiche, caricate fino al grottesco, e attraverso la lente del genere osserva e mette alla berlina i vizi del singolo e della società, offrendo ancora una prova di come non sia stato soltanto il re del macabro, ma un autore geniale e profetico troppo a lungo screditato.
Lucio Fulci (1927-1996) è stato regista e sceneggiatore di più di cinquanta film ed è il riconosciuto maestro italiano dei B-movies, rivalutati negli ultimi anni dalla critica internazionale e da autori quali Guillermo del Toro e Quentin Tarantino. La sua filmografia copre tutto lo spettro dei generi, dalla commedia demenziale al thriller all’horror, fino allo splatter, contando pellicole di culto come Non si sevizia un paperino (1972), Sette note in nero (1977), Paura nella città dei morti viventi (1980) e Demonia (1990)
scopri di più sull'autorecarrello
torna allo shop
Checkout
TORNA AL CARRELLO
RIEPILOGO