Benvenuti a Termush, l’albergo di lusso più esclusivo del pianeta. Benvenuti a Termush, dove si spazzano via uccelli morti dagli ingressi dei bunker. Benvenuti a Termush, l’ultimo luogo al mondo al riparo dalla catastrofe nucleare. Scritto a metà degli anni sessanta e mai tradotto in Italia, questo classico della fantascienza scandinava è un’opera raggelante e attuale che racconta l’assurda normalità di un gruppo di sopravvissuti a un olocausto atomico.
Il protagonista della storia è un uomo che ha prenotato molto tempo prima la sua stanza e la sua salvezza a Termush. Così passa le sue giornate fra la camera e la sala da pranzo, tra il parco e i corridoi, mentre attorno il personale della struttura tenta di pulire le superfici dalla polvere radioattiva e di schermare gli ospiti dalle notizie di morte e distruzione che arrivano dall’esterno. Eppure, in tutta questa farsa di benessere e spensieratezza, qualcosa si sta facendo strada, strisciante: una sensazione di inquietudine crescente. C’è qualcosa al di fuori di Termush, che sta tentando di entrare. E ci sono, forse, altri superstiti, che porterebbero con sé malattia e contaminazione. È possibile correre ai ripari quando non ci sono più ripari possibili?
Termush è «un incubo incalzante», come lo definisce Jeff VanderMeer nella postfazione: un racconto delle fragili illusioni del capitalismo e della falsa sensazione di sospensione e protezione che offre ai pochi che possono permettersela. Perché se la sopravvivenza si può comprare e la fine si può procrastinare, non può esserci comunque redenzione: l’inevitabile non concede sconti.
Postfazione di Jeff VanderMeer
Sven Holm (Copenhagen, 1940-2019) è stato uno scrittore e drammaturgo danese. Per le sue opere ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il premio dell’Accademia danese, il premio della critica danese per la Letteratura e la medaglia Holberg.
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