In seguito a un incidente automobilistico, la memoria di un anziano professore dura solo ottanta minuti. Il professore è un genio della matematica, gentile e affettuoso, che passa le giornate a dimostrare complessi teoremi, mentre al tramonto si ferma a contemplare la prima stella della sera. Incapace di prendersi cura di se stesso e della casa, assume come governante una giovane donna timida e intelligente, madre single per scelta. La sua passione per i numeri è incontenibile e riesce a comunicarla con inconsapevole naturalezza, e ad aprire così alla governante e a suo figlio, dalla testa piatta come una radice quadrata, un universo formato da numeri primi, numeri perfetti, logaritmi, in cui inoltrarsi ogni giorno di più. In pochi mesi, la semplicità dei gesti quotidiani della donna, la brillante curiosità del bambino, lo straordinario affetto del professore nei suoi confronti e la comune passione per il baseball creeranno un legame che darà una nuova e inaspettata intensità alle loro vite. Le parole di Yoko Ogawa svelano il maturare di questo sentimento con incanto e inconsueta gentilezza, e rendono visibile ciò che, come direbbe il professore, è nascosto e aspetta solo di essere scoperto. Così lo sfuggente passato del professore diviene memoria condivisa da tre generazioni, il tempo e il luogo dove si intrecciano le loro esistenze. Di ottanta minuti in ottanta minuti.
Yoko Ogawa (Okayama, 1962) è una delle più importanti scrittrici giapponesi contemporanee. Il Saggiatore ha pubblicato Hotel Iris (2009), Profumo di ghiaccio (2011), La formula del professore (2015), Nuotare con un elefante tenendo in braccio un gatto (2015), L’isola dei senza memoria (2018), Vendetta (2021).
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