Un mondo inquietante, dove vicende politiche e personali
si dipanano sullo sfondo di un grottesco stato di polizia.
Questa la Romania di Ceaus¸escu che Norman Manea
rievoca nei suoi racconti. Una prigioniera, dopo essere
stata torturata e umiliata, affronta un interrogatorio
più estenuante di qualsiasi maltrattamento.
La biografia di un immaginario funzionario di partito
racconta come gli individui possono cambiare
per poter sopravvivere. L’ostinazione ribelle di un operaio
si scontra con il pessimismo rassegnato di un intellettuale.
In un paese dove ogni attività è costantemente sotto
controllo, la scoperta nella sua casa di un impermeabile
abbandonato spinge una donna sull’orlo della follia.
Norman Manea
Norman Manea (Suceava, 1936) è uno dei più importanti scrittori romeni dell’ultimo secolo, le cui opere sono state tradotte in più di trenta lingue. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il MacArthur Fellows Award (1992), il Guggenheim Grant (1992), il National Jewish Book Award (1993), il premio Nonino (2002), il premio Napoli 2004) e il Nelly Sachs Prize (2011). Il Saggiatore ha pubblicato, tra gli altri, Il ritorno dell’huligano (2012), Al di là della montagna (2012), Conversazioni in esilio (2012), Varianti di un autoritratto (2015) e Corriere dell’Est (2017).
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Rassegna stampa
La sofferenza in battaglia genera i nuovi eroi ucraini
La Lettura - Corriere della Sera
21 aprile 2022