ISBN 9788842817987 pagine: 184
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Norman Manea

Al di là della montagna

Paul Celan e Benjamin Fondane, dialoghi postumi

Pessach Antschel, divenuto Paul Antschel e poi Paul Celan. Benjamin Wechsler, divenuto Barbu o B. Fundoianu, e poi Benjamin Fondane. Due scrittori romeni, emblemi della letteratura dell’esilio, voci della coscienza ebraica e testimoni della persecuzione nazista. Celan, delicato e fragile, chiuso nei lunghi silenzi, nelle malinconie precoci e persistenti, pellegrino affascinante e impulsivo ispirato dalle pagine di Trakl e di Rilke. Fondane, alto e ardente, chiome e sogni al vento, impetuoso, contraddittorio e indisponente, dai rapidi cambiamenti d’umore, vitale e brioso, ribelle, ruvido e aspro. Se Fondane muore ad Auschwitz, dopo aver lasciato nell’Exode il suo testamento poetico, Celan vi sopravvive, ma continua a bere il «nero latte dell’alba», anche dopo la notte incompiuta dell’incubo, e il suo suicidio del 1970 nella Senna è solo l’atto finale di un dramma spirituale incomparabile. Scomparsi nel fuoco e nelle acque dell’Olocausto, i due poeti si incontrano solo nel martirio, così diverso e tuttavia comune, e nel dialogo postumo del loro Io lirico. Norman Manea riesce in quell’impresa miracolosa che solo la letteratura sa compiere, dando vita a una conversazione magica, che non avviene nella Valle di Lacrime, nel tempo dell’esistenza terrena, bensì nella Montagna e al di là della Montagna, cioè in quella dimensione spirituale della posterità evocata da Celan. Le voci di Fondane e Celan si intrecciano nell’intento di riconoscere i nessi tra vita personale, politica, storia e letteratura. Si arricchiscono di un’antologia di critici e scrittori che ne commentano la grandezza, degli echi poetici di Primo Levi, di un’intervista di Manea a Ilana Shmueli, che rievoca in maniera toccante i suoi incontri con Celan. Al di là della montagna è un documento unico che, partendo dalla vita e dall’opera di due giganti della letteratura del secolo scorso, diviene confronto tra le diverse anime dell’ebraismo. Quello scomparso nei lager nazisti e quello sopravvissuto in esilio, nell’inesausta ricerca della propria identità..

Norman Manea

Norman Manea (Suceava, 1936) è uno dei più importanti scrittori romeni dell’ultimo secolo, le cui opere sono state tradotte in più di trenta lingue. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il MacArthur Fellows Award (1992), il Guggenheim Grant (1992), il National Jewish Book Award (1993), il premio Nonino (2002), il premio Napoli 2004) e il Nelly Sachs Prize (2011). Il Saggiatore ha pubblicato, tra gli altri, Il ritorno dell’huligano (2012), Al di là della montagna (2012), Conversazioni in esilio (2012), Varianti di un autoritratto (2015) e Corriere dell’Est (2017).

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La Lettura - Corriere della Sera
21 aprile 2022

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