Nessuno si azzardi a fumare. È vietato, nocivo, funesto, maleodorante e terribilmente scorretto; se i fumatori vogliono insistere nel loro vizio deprecabile se ne stiano alla larga, e si vergognino un po’. Eppure c’è stato un tempo in cui tutti fumavano, persino i bambini. Si fumava sui treni e al cinema; si fumava addirittura sui campi da tennis. A quel tempo, pipe, sigari e sigarette erano parentesi di quiete, condividerle con qualcuno significava raccontare viaggi, scambiarsi sogni e vedute sul mondo. E prima ancora, quando la natura era minacciosa e non minacciata, un lungo pennacchio di fumo indicava la presenza di un fuoco acceso, di un riparo dal freddo e dalla fame. John Berger, uno dei maggiori scrittori viventi, fumatore orgoglioso e incallito, incontra il mondo variopinto e caliginoso di Selçuk Demirel. Insieme disegnano un racconto per parole e immagini che con tono divertito accarezza le atmosfere di Charles Dickens e Jack London; Smoke è questo, ma è anche un piccolo, ironico inno alla libertà che lancia un messaggio eversivo e utopico: fumatori di tutto il mondo, unitevi!
John Berger (Londra, 1926 - Parigi, 2017) è stato giornalista, pittore, critico d’arte e scrittore. Con il romanzo G. ha vinto nel 1972 il Booker Prize. Il Saggiatore ha pubblicato Questione di sguardi (2015), Perché guardiamo gli animali? (2016), Smoke (2016), Sul guardare (2017), Sul disegnare (2017), Ritratti (2018), Paesaggi (2019), E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto (2020), Fotocopie (2021) e Un uomo fortunato (2022).
scopri di più sull'autoreSelçuk Demirel è nato ad Artvin, in Turchia, ma vive a Parigi dal 1978. Collabora come illustratore con numerosi quotidiani e riviste, tra cui Le Monde e The New York Times.
scopri di più sull'autorecarrello
torna allo shop
Checkout
TORNA AL CARRELLO
RIEPILOGO