«Nero il suo volto dai contorni acerbi e gentilmente allungati, nere le mani pari a zampine d’uccello, nere le trecce, neri gli occhi che ardevano sotto quella rotonda fronte. Dolore e un rapimento funesto li animavano. Erano occhi che pensavano, che ricordavano, che chiedevano; occhi spesso velati dalle memorie, distrutti da un desiderio arcano, abbagliati da canti remoti, da gridi di gioia, che lei sola, l’Infanta, poteva ascoltare. Un’indifferenza assoluta per il Fanciullo che portava sul braccio, morto come chi non è mai nato; un fastidio, un orrore educatamente contenuti per quel luogo chiuso, allucinato, dove la sua giovinezza di idolo si consumava; un’attenzione cauta, una avidità dispersa, tremante, intesa a raccogliere il minimo passo, un grido, una voce cantante che suonassero al di là di quella porta, e non fossero quelli a lei noti dei monaci o di qualche vecchia supplichevole: ecco ciò che rendeva astratto e pensoso, ambiguo e travagliato, vivente di vita umana, il viso oscuro di quel simulacro.»
Cimiteri infestati, bare inchiodate troppo in fretta, corpi palpitanti di terrore, simulacri in cui albergano divinità intrappolate e spettri assassini di donne innamorate. Loredana Lipperini indice una seduta spiritica e chiama a raccolta le scrittrici della notte: donne che hanno sfidato il canone letterario, che si sono cimentate con il fantastico e con il perturbante e ancora terrorizzano chi mette gli occhi sulle loro pagine. La corona di racconti composta da Loredana Lipperini mostra tutte le sfumature nella palette del buio letterario. Troviamo il gotico spettrale di Carolina Invernizio e Marchesa Colombi, la tensione al sublime e all’eroico di Paola Masino, il fantastico frammisto al folklore di Grazia Deledda e Matilde Serao, la fusione di ricordo e fantasticheria di Anna Maria Ortese, la visionarietà poetica di Gilda Musa e Chiara Palazzolo – due autrici che hanno scardinato i cancelli della letteratura di genere e che, come Paola Capriolo, hanno saputo aprire il fantastico a nuove, contemporanee vastità.
Instancabile esploratrice di libri, Loredana Lipperini scava nella terra del nostro passato letterario e ne riemerge con nuove possibilità per il lettore del presente e del futuro, componendo con Le scrittrici della notte l’antologia definitiva dell’orrore al femminile; il canone inverso dell’inquietudine più dolce e terribile che la nostra letteratura abbia conosciuto.
A cura di Loredana Lipperini
«C’è uno strano equivoco che, specie negli ultimi anni, coinvolge il romanzo: pretendere che la letteratura racconti la realtà. Tuttavia bisogna cercare, tramite il fantastico, forme di reincanto,
tra cui il confronto, continuo, con il Male.»