La prima metà del Novecento fu per Klaus Mann – come per tanti artisti della sua generazione – un precipizio ineludibile, un gorgo di violenza, una scissione insanabile che lo condusse in poco tempo alla morte, da cui era ossessionato. Eppure la sua esistenza fu segnata da una vitalità incoercibile e da una vibrante tensione intellettuale, di cui La svolta offre una testimonianza di forza ineguagliata: lo sguardo angosciato e consapevole sul presente, dalla repubblica di Weimar all’ascesa di Hitler; i viaggi a Parigi, in Nordafrica, in Italia – spesso accompagnato dalla sorella Erika e da Annemarie Schwarzenbach –, la vita da esiliato prima in Europa e in seguito a New York, fino alla decisione di combattere il nazismo nell’unico modo ormai possibile: arruolarsi nell’esercito degli Stati Uniti. Ma quelli furono anche gli anni della formazione, un percorso che portò Klaus Mann ad amare scrittori come Whitman e Kafka, a stringere rapporti con André Gide, Stefan Zweig e Aldous Huxley, a un impegno umanistico che era acuto sentire, ma anche azione concreta. Saga familiare e libro di viaggio, tormentata riflessione politica e Bildungsroman, La svolta – che il Saggiatore ripropone nella storica traduzione di Barbara Allason – è l’autobiografia letteraria di un grande scrittore che per tutta la vita tentò di fuggire dal cono d’ombra di uno scrittore grandissimo: Thomas Mann, di cui viene offerto in questo libro il ritratto più memorabile, capace di unire l’affetto e l’ammirazione sconfinata alla lucidità nel mostrare insufficienze ed errori, e l’irriducibile attrito con un figlio non disponibile a compromessi nella politica, nell’arte, nella volontà di vivere apertamente la propria omosessualità e di confessare se stesso con una libertà che ancora travolge.
Klaus Mann, figlio primogenito di Thomas, nacque a Monaco nel 1906 e morì suicida a Cannes nel 1949. Fu scrittore di narrativa, teatro e reportage di viaggio. Nel 1933, fuggito dalla Germania nazista, fondò ad Amsterdam la rivista Die Sammlung, organo di stampa della letteratura tedesca d'esilio. Fra le sue opere, i romanzi Sinfonia patetica (1935), sulla vita di Cajkovskij, Mephisto (1936), da cui è stato tratto il celebre film con Klaus Maria Brandauer, e Il vulcano (1939). Pubblicato per la prima volta a New York nel 1942 in inglese, La svolta appare nel 1958 in Germania in edizione postuma e ampliata, seguita nel 1981 da questa versione che contiene una postfazione di Frido Mann, nipote di Klaus.
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