Sembra impossibile che spazi più piccoli di quelli che si possono umanamente immaginare, spazi a sei dimensioni, milioni di milioni di volte più piccoli di un elettrone, siano in grado di esercitare un’influenza tanto profonda su ogni parte dell’Universo da diventarne un tratto distintivo e caratterizzante. Eppure è così.
Per la teoria delle stringhe le dimensioni dell’Universo sono dieci: quattro sono le dimensioni spaziotemporali contemplate dalla teoria della relatività generale, mentre le restanti sei (le cosiddette «dimensioni extra») danno forma alle varietà di Calabi-Yau. Nel 1976 Shing-Tung Yau ha conquistato la Medaglia Fields, il premio Nobel dei matematici, per avere dimostrato l’esistenza di queste forme complesse che portano il suo nome, spazi invisibili la cui geometria può essere la chiave definitiva per comprendere i fenomeni più importanti della fisica.
La forma dello spazio profondo ripercorre le tappe del cammino scientifico che ha portato Yau alla formulazione della sua teoria rivoluzionaria e ci mostra una nuova possibile immagine dell’Universo. Un viaggio avvincente in cui fisica, matematica e geometria si congiungono a suggerire che la realtà, ancora una volta, è più affascinante dell’immaginazione.
Traduzione di Claudio Piga
Shing-Tung Yau, nato in Cina nel 1949, dirige il dipartimento di Matematica di Harvard, dove insegna dal 1987. Con i suoi studi di geometria applicati alla teoria delle stringhe si è aggiudicato i più importanti riconoscimenti in campo scientifico, tra cui la Medaglia Fields e la National Medal of Science.
scopri di più sull'autoreSteve Nadis è un giornalista scientifico. I suoi articoli sono pubblicati da Nature, Science, Scientific American.
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