Contemporaneo occidentale non è un’antologia di racconti nel senso canonico del termine. Non è un best of dei migliori autori della parte occidentale del globo. Tra gli autori e le autrici di questo libro, ce ne sono molti di fama internazionale, ma il criterio della fama non è un criterio letterario.
Gli autori presenti in questo libro, ognuno con le sue caratteristiche e in vario modo, sembrano aderire a questa postura: il compito di un’esperienza artistica non è quello di simulare la realtà, o di descriverla, o di rappresentarla.
Gli autori di questo libro sembrano tentare – e data la natura umana possono certamente fallire – un’altra strada: andare incontro all’ignoto. Vivere il testo come un’esperienza vivente. Procedere cioè, nella stesura di un testo, lasciandosi la possibilità di restare sorpresi.
Proviamo a immaginare un essere umano che si immerga da solo nelle profondità di una grotta, nella più nera oscurità, lontano da tutti i suoi simili, senza alcun modo di misurare il tempo. Una volta tornato alla luce, saprà cosa significa sentire radicalmente la paura, cosa si prova a sentirla sempre su di sé. In quel «sempre» alberga ciò che più si avvicina a una certa idea di letteratura: che cioè la letteratura, come la vita, sia un tuffo nell’ignoto, un cammino del pellegrino, una meditazione.
A cura di Andrea Gentile
Olga Tokarczuk, La montagna di tutti i santi
Thomas Ligotti, Metaphysica Morum
Jeff VanderMeer, Tre giorni in un borgo di frontiera
David Peace, Dopo la caduta, prima della caduta
Emma Glass, Consenso
Karl Ove Knausgård, Sul valore della letteratura
Geoff Dyer, Omaggio a Michele Avantario
Mircea Cărtărescu, «There are more things…»
Botho Strauss, La sua lettera per il matrimonio
Mariana Enriquez, Ragnatela
László Darvasi, Lama
Ali Smith, Maggio
William T. Vollmann, I cavalieri bianchi
Mariella Mehr, Un dito tagliato, ovvero: L’arrivo del capodoglio dopo la messa domenicale
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