Una «Odissea contemporanea» in tre volumi. Un'opera di prestigio in una confezione unica.
Z213: Exit
Z213: Exit ci pone di fronte alla più pura idea di orrore. Evaso da un carcere, un ospedale o una città distrutta, il protagonista, un Ulisse gettato in un cosmo senza dèi, attraversa le macerie di un mondo violato da una catastrofe bellica. Giunto in una stazione, compra un cappotto logoro, appartenuto a un soldato, nella cui tasca trova una Bibbia tempestata di arcane annotazioni. Da quel momento deciderà di scrivere un diario per raccontare il viaggio che lo ha portato fino a lì: la fuga da una morte collettiva; da un’Apocalisse in cui non vi è speranza di catarsi.
Con la gente dal ponte
Con la gente dal ponte evoca un mondo in cui la morte è un’esperienza reversibile. Il viaggio del protagonista continua. L’uomo giunge in un luogo oscuro, avvolto dalla penombra, costellato di figure umane buttate in un angolo di strada, cani randagi e palazzi degradati; un ambiente che presto si trasforma in una scena di teatro, in cui viene rappresentato il dramma di un uomo e il suo tentativo di strappare alla morte la donna che ha amato. Tra il rincorrersi di voci nei vicoli e il rumore bianco di una tv che non funziona, la realtà si confonde, scandita unicamente dai treni che continuano a correre sulle sopraelevate.
La prima morte
La prima morte dà voce a un delirio allucinatorio, che nasce nel solco della tragedia. «La prima morte» è il titolo di un libriccino, rinvenuto dal protagonista durante un viaggio in treno, del quale qui leggiamo il contenuto: un uomo è disperso su un’isola deserta, e nelle quattordici sezioni che compongono il poema vengono narrati i suoi tentativi di sopravvivenza in un mondo avvolto dalla morte. Il deterioramento sembra giungere al culmine, ma qualcosa, un lampo prima dell’oscurità, sottrae l’uomo al suo destino, proiettandolo nello spazio come una particella alla deriva, verso un luogo in cui forse potrà un giorno tornare a vivere.
Traduzione di Viviana Sebastio
Dimitris Lyacos (Atene, 1966) è scrittore, poeta e drammaturgo. La trilogia Poena Damni, iniziata trent’anni fa e concepita come un eterno work in progress, arricchito da nuove aggiunte e contributi da altri media, tra cui danza, pittura, installazioni, scultura, video art, musica contemporanea e teatro, lo ha reso uno degli autori più signicativi del nostro tempo.
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