Dopo
Antropologia strutturale, il cui titolo-manifesto è stato ripreso per
Antropologia strutturale due, nel 1983 Claude Lévi-Strauss pubblica una terza raccolta di scritti:
Lo sguardo da lontano. Per quest'opera viene scelto un titolo differente, che per l'autore esprime l'essenza dell'approccio etnologico, un approccio che non sia condizionato dai pregiudizi dell'osservatore. A completamento delle due opere manifesto, l'ultimo volume del trittico assume l'andamento di un piccolo trattato, o di un'introduzione all'antropologia e ai suoi temi principali: dai concetti di razza e cultura a quelli di famiglia, matrimonio e parentela; dal mito e dalla religione, alle credenze e ai riti; dal cosmopolitismo alle riflessioni sulla libertà, insieme all'arte, alla musica e alla linguistica strutturale.
E ne
Lo sguardo da lontano Lévi-Strauss chiarisce in che cosa consista la rivoluzione copernicana di cui le scienze umane sono debitrici alla linguistica strutturale: «Invertire la prospettiva tradizionale: intendere fin dall'inizio le relazioni come termini e i termini stessi come relazioni. In altre parole, nel reticolo dei rapporti sociali, i nodi hanno una priorità logica sulle linee». Ora riproposto nella traduzione originale di Primo Levi,
Lo sguardo da lontano è un libro di una chiarezza e di una densità di idee che vanno al di là dell’etnologia e che si offrono come esempio di una mente sempre aperta e libera.
Claude Lévi-Strauss
Claude Lévi-Strauss (Bruxelles, 1908 - Parigi, 2009) è stato il padre dell’antropologia. Dal 1960 il Saggiatore pubblica in Italia le sue opere, tra cui Antropologia strutturale (2015), Tristi Tropici (2015), Il pensiero selvaggio (2015), La via delle maschere (2016), Il crudo e il cotto (2016), Mito e significato (2016), Antropologia strutturale due (2018), Lettere ai genitori (2018), Lo sguardo da lontano (2020), Antropologia strutturale zero (2022).
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