Igor Levit si arrampica su uno sgabello nero. Ha tre anni, davanti a sé una striscia nera e bianca, se la preme, succede qualcosa. Smettere è impossibile. Quel gesto, così istintivo e così complesso, diventerà il gesto della sua vita.
Comincia qui la storia di uno dei pianisti più geniali degli ultimi tempi. «Un artista fondamentale» lo definisce il New York Times, e non solo per il suo talento: Levit è infatti anche un attivista politico, che usa la propria voce contro il razzismo, l’antisemitismo e ogni forma di intolleranza e pregiudizio. Questa storia prende una piega inattesa nel 2020, quando si celebra il duecentocinquantesimo anniversario dalla nascita di Beethoven, e l’agenda di Levit, fra i suoi interpreti più richiesti, è fitta di impegni, quasi senza respiro. A marzo, però, ogni cosa viene cancellata, tutto viene annullato: ogni tipo di concerto, di spettacolo, di manifestazione. Igor tuttavia vuole continuare a suonare per il suo pubblico, e decide di farlo da casa, via Twitter: «Le sale da concerto sono vuote. È triste, ma necessario. Io vorrei però condividere ancora la musica con voi. L’ascolto, l’esperienza. Così come viene. Farò dunque un esperimento: un concerto domestico. Il pubblico siete voi tutti. A partire da stasera, alle 19.00, ogni volta che posso suonerò per voi da casa mia». Il successo è immediato e planetario. Il mondo della musica, trasformato.
House Concert è il racconto-intervista di quel passaggio dal 2019 al 2020, di quell’anno estremo. L’anno in cui Igor Levit si è espresso contro l’odio e ha ricevuto in cambio minacce di morte. L’anno in cui ha approfondito le sue riflessioni sul ruolo del musicista. L’anno in cui ha trovato la sua voce e se stesso: come artista e come persona.
Traduzione di Silvia Albesano
Igor Levit (Gor’kij, 1987), pianista, è Artist of the Year della rivista Gramophone (2020), Recording Artist of the Year di Musical America (2020) e vincitore del Gilmore Artist Award 2018. Nel 2019 ha inciso l’integrale delle sonate per pianoforte di Beethoven, cui sono seguiti On DSCH (2021) e Tristan (2022).
scopri di più sull'autoreFlorian Zinnecker (Bayreuth, 1984), giornalista, è vicedirettore del settimanale Die Zeit.
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