Le estati (quasi) felici di Gustav Mahler è il racconto dei mesi in cui il compositore e direttore d’orchestra austriaco scrisse le sue musiche. Uno sguardo ravvicinato sul genio e l’umanità di Mahler, e sui modi in cui li ha messi al servizio della musica.
Mahler componeva solo d’estate. Finita la stagione dei concerti si ritirava in campagna e lì, finalmente libero da impegni sociali e lavorativi, creava. Ancora oggi, sulle rive dei laghi Attersee e Wörthersee rimangono, segni indelebili del suo passaggio, due casupole fatte realizzare appositamente per poter lavorare in completa solitudine. Sono costruzioni minuscole, spartane, dotate solo di pianoforte e scrivania; luoghi in cui allontanarsi dal rumore degli uomini e immergersi nella natura. Chiuso in queste Komponierhäuschen, mentre fuori la vita continuava, Mahler rifletteva sull’esistenza, s’interrogava sull’universo e metteva in musica le sue risposte.
Partendo dai canti epici della Seconda Sinfonia, passando per le profetiche tragedie dei Kindertotenlieder fino ad arrivare alla titanica orchestrazione dell’Ottava, musica e vita s’intrecciano nel racconto di Piero De Martini che, in punta di piedi, entra nell’intimità di Gustav Mahler e ne fa un ritratto vivo e sfaccettato: quello di un uomo scontroso, polemico, ricco d’idiosincrasie e ossessioni, ma anche genio vulcanico, profondamente ambizioso e dalla traboccante creatività.
Piero De Martini (Milano, 1939) è designer e studioso di storia della musica. Con il Saggiatore ha pubblicato Chopin (2016), Le case della musica (2018), Schumann (2020) e Johannes Brahms (2021).
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