È difficile immaginare che sia stata proprio la sua prolificità a relegare per lungo tempo Gaetano Donizetti, negli ultimi trent’anni riscoperto come uno dei protagonisti della cultura romantica europea, in un cono d’ombra. Eppure, se da un lato le più di settanta opere teatrali e le centinaia tra composizioni da camera e brani liturgici gli garantirono notevole fortuna in vita, dall’altro apparvero agli occhi dei critici e dei colleghi contemporanei espressione di superficialità e trascuratezza. La sperimentazione di un’ampia varietà di generi, dal comico al patetico-avventuroso, da quelli italiani a quelli francesi, costò a «Dozzinetti» una reputazione che oggi definiremmo di autore «commerciale», tanto che, dopo la sua scomparsa, poche delle sue opere rimasero in circolazione.
Luca Zoppelli ci presenta invece il compositore bergamasco come un artista moderno e pragmatico, che difende le proprie idee ma sa anche creare dei capolavori «a partire dalle sensibilità, dai codici e dalle condizioni materiali che lo circondano». Così per esempio le origini proletarie ritornano nell’attenzione verso gli umili in Elisir d’amore o La Fille du régiment, mentre la vasta cultura letteraria e l’indole cosmopolita emergono nell’esplorazione di generi come l’opera romantica frenetica (Lucrezia Borgia), il dramma musicale politico, o il grand-opéra francese (Dom Sébastien).
Donizetti ci accompagna lungo il percorso che ha portato un ragazzino povero e dalla voce sgraziata, ma vivacissimo d’ingegno, instancabile, ironico e malinconico, attraverso ambienti musicali e culturali diversissimi, fino a divenire il compositore più rappresentato nei teatri dell’Europa intera: l’autore di un arcipelago drammatico e musicale che è per noi una fonte inesauribile di scoperte e di meraviglia.
Luca Zoppelli (Venezia, 1960), musicologo, è professore emerito dell’Università di Friburgo (Svizzera). Codirettore dell’Edizione critica delle opere di Vincenzo Bellini (Ricordi), ha curato le edizioni critiche di Maria di Rohan di Donizetti e La sonnambula di Bellini (con A. Roccatagliati). Autore di L’opera come racconto (Marsilio, 1994), ha pubblicato numerosi testi divulgativi per le principali istituzioni operistiche italiane ed europee.
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