In marcia, da Milano a Parigi, e giù, a perdifiato di nuovo in Italia, a Firenze. Con la pubblicazione del Manifesto di Marinetti su Le Figaro, all’alba del Novecento, i futuristi aprirono gli argini al fluire libero delle arti. Ne sgorgarono tele con vortici colorati, linee continue e spezzate, fiabeschi abiti teatrali, sculture imponenti di specchi e suoni. Il fragore delle parole inondò anche la pagina bianca: lettere enormi e piccolissime, corsive o tonde dettero vita a fantasie e scenari dalle dimensioni ultrareali, dominati da forze sconosciute. Non solo poesia e paroliberismo, anche narrativa, che fu strumento di creatività, per la ricerca e la sperimentazione di nuove forme di linguaggio. Per dar voce al romanzo, a torto ritenuto genere minore, Alessandro Masi ha affondato le mani nella stagione più esplosiva della letteratura italiana, scegliendo otto autori, rappresentanti degli stili espressi dall’avanguardia futurista. Zig Zag, qui riproposto con una nuova introduzione, è uno scorcio originale della prosa futurista che, dalle prime prove d’inizio secolo, passando per la «seconda stagione» fiorentina, arriva oltre la metà degli anni trenta con la forma dell’«aeroscrittura». Una raccolta eterogenea, come eterogenee furono le invenzioni di uno dei più straordinari movimenti culturali del secolo scorso.
Alessandro Masi
Alessandro Masi, storico e critico d’arte, dal 1999 è segretario generale della Società Dante Alighieri. Tra le sue pubblicazioni Un’arte per lo Stato (Marotta, 1991), Giuseppe Bottai. La politica delle arti 1918-1943 (Editalia, 1992), Storia dell’arte italiana 1909-1942 (Edimond, 2007) e Jekyll, Hyde
e lo strano caso dell’arte contemporanea (Luca Sossella Editore, 2006).
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