Spronare chi è in difficoltà affinché senta il bisogno di aspirare a un maggiore benessere; dotarlo di strumenti per acquisire beni e risorse che aumentino la sua libertà. L’empowerment è un processo formativo, abilitativo, riabilitativo diretto a soggetti vulnerabili; e l’empowerment urbano coinvolge due attori: l’individuo, che deve migliorare la propria condizione in modo concreto, e le istituzioni, che devono comprendere e affrontare le problematiche legate alla sofferenza urbana.
Il Centro studi sofferenza urbana (Souq) propone politiche cittadine di empowerment da mettere in atto partendo dal basso, animato dalla convinzione che il benessere individuale sia legato alla felicità collettiva. Come nota Benedetto Saraceno, per essere efficace l’empowerment urbano deve porre fine alle disuguaglianze sociali nel campo dei diritti, delle risorse, del potere, affinché la società si possa muovere unita e agire in maniera critica, prendendo le distanze dalle ideologie e dal pragmatismo ateoretico.
I contributi di Souq 2013 arrivano dagli approcci disciplinari più diversi: dall’antropologia medica e culturale all’economia, dalla psichiatria alla sociologia. Analizzando i problemi e le sofferenze di poveri, malati, minoranze etniche e politiche, abitanti degli slum indiani, migranti, donne, disabili, è possibile risalire alle cause delle contraddizioni urbane e proporre alternative concrete basate su realtà tanto geograficamente lontane quanto umanamente vicine.
Il Centro studi sofferenza urbana (Souq) nasce a Milano, presso la Casa della carità, dall’esperienza dello psichiatra Benedetto Saraceno e di don Virginio Colmegna, che ne è l’attuale presidente. Tra i suoi obiettivi, creare una rete internazionale di persone, strutture e competenze intorno al tema della sofferenza urbana, e promuovere il confronto culturale allo scopo di organizzare forme di resistenza attiva.
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