Dakota Fanning e Haley Joel Osment hanno 16 e 22 anni e i nick di due attori prodigio di Hollywood. I due si conoscono sulla chat di Gmail, si piacciono, si frequentano dentro e fuori la rete. Lei è un’adolescente precoce e infantile, che vuole crearsi un’identità lontano da una madre iperprotettiva e una famiglia disfunzionale. Lui lavora part-time come bibliotecario mentre cerca di fare della scrittura un mestiere. Lei alterna i compiti di scuola a piccoli furti e sedute di psicoterapia; lui, vegano e ipersalutista, gira l’America per i reading dei suoi libri. Insieme fanno progetti, si annoiano, promettono, mentono. Giorno dopo giorno, mail dopo mail, messaggino dopo messaggino, in una dimensione alienata ai limiti dell’autismo, galleggiano in un mondo in cui la comunicazione è priva di ogni sfumatura emotiva e le relazioni sono usa e getta, un mondo in cui l’unico imperativo sembra quello di avere notorietà in tempi rapidi e a buon mercato. Sullo sfondo, la suburbia anonima del New Jersey e le strade di New York, metropoli capace di spazzare via i sogni degli adolescenti. In Richard Yates Tao Lin sceglie il minimalismo per raccontare l’amore giovanile ai tempi dei social network, tra chat, riti e feticci della società dei consumi, rivelandosi un acuto osservatore della nostra controversa contemporaneità.
Tao Lin
Tao Lin è il nuovo enfant terrible della letteratura nordamericana. Richard Yates è il suo terzo romanzo.
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