«Non c’è altra legge all’infuori del Chapo. El Chapo è la legge.»
La guerra dei narcos miete ogni anno migliaia di vittime. Omicidi, torture, arresti, vendette: è il caos. Verso gli Stati Uniti scorrono fiumi di cocaina, in Messico fiumi di sangue. Nel frammentato mondo del narcotraffico, Joaquín Archivaldo Guzmán Loera, alias «El Chapo», è l’unico punto fermo. Nel 2001, con una rocambolesca fuga, riuscì a evadere da un carcere di massima sicurezza. Oggi il suo cartello controlla traffici di droga a tonnellate, ha migliaia di persone alle sue dipendenze e la gente lo considera un nuovo Robin Hood. Forbes lo annovera tra gli uomini più ricchi e potenti del mondo, e si dice che sia protetto dal governo; di certo sulle impervie montagne coltivate a oppio del natio Sinaloa è al sicuro. Malcolm Beith ha inseguito il fantasma del Chapo fino ai luoghi più proibitivi del Messico, per raccontare il percorso che ha portato il figlio di un contadino analfabeta a diventare l’uomo più ricercato del mondo, e uno stato sull’orlo del fallimento.
Malcolm Beith, giornalista, vive a Città del Messico. Si occupa della cronaca della guerra in Messico per Newsweek. Ha collaborato con The News, il quotidiano nazionale messicano in lingua inglese, e con Newsweek International come inviato speciale da Iraq, Haiti e Colombia.
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