Il dopoguerra segna per il cinema italiano il recupero di temi scoraggiati e repressi dal regime: la dimensione farsesca o elementi di costume locale, dialettali o comici, già presenti nei primi prodotti del neorealismo. Nasce così una tradizione di commedia cinematografica che resterà a lungo uno strumento efficace per criticare la società. Mentre la censura colpisce gli autori «seri», la comicità riesce a far passare le denunce in chiave umoristica. La commedia all’italiana copre un vastissimo panorama: non solo i mostri sacri come Sordi, Gassman, Tognazzi, Monicelli, Risi o Comencini, ma anche le riviste degli anni quaranta e cinquanta, i film-parodia, la saga sicula di Franchi e Ingrassia. Un panorama ormai parte della memoria storica, che Masolino d’Amico ripercorre senza dimenticare gli aspetti materiali come finanziamenti, distribuzione e censura.
Masolino d’Amico è ordinario di lingua e letteratura inglese alla Terza Università di Roma e collabora alla Stampa come critico teatrale e letterario. Tra i suoi libri: Scena e parola in Shakespeare, Dieci secoli di teatro inglese (970-1980), Persone speciali, Altro giro. Ha curato edizioni delle opere di Oscar Wilde, Jonathan Swift, Lewis Carroll, E.M.Forster. Ha tradotto per il teatro più di sessanta pièces. Per il cinema ha lavorato come traduttore e adattatore di dialoghi di film inglesi e americani, sia come sceneggiatore (Romeo e Giulietta e Otello di Zeffirelli, Panni sporchi di Monicelli).
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