Se il pollice opponibile è il segno del successo evolutivo della razza umana, perché il panda gigante ha un sesto dito che usa abilmente per togliere le foglie dai bambù prima di nutrirsene? E perché tra le specie sessuate nasce approssimativamente lo stesso numero di maschi e femmine? Eppure una predominanza femminile offrirebbe vantaggi indubbi: lo dimostra il maschio dell’acaro, che esiste il tempo necessario a inseminare le molte consorelle della nidiata e, ancor prima di uscire dal corpo materno, muore, avendo già assolto al suo compito evolutivo fondamentale: perpetuare la specie. Per decenni la teoria darwiniana, basata su una serie di cambiamenti continui e casuali messi alla prova della selezione naturale, sembrava sufficiente a spiegare la varietà della speciazione e costituiva l’unico baluardo contro le follie del creazionismo. Eppure non sono mancati, a screditarne i sostenitori, pericolosi e arbitrari postulati pseudoscientifici che l’hanno piegata a dimostrare ora l’esistenza di una razza bianca superiore o di una classe dominante legittimate dalla «selezione», ora l’inferiorità femminile, diretta conseguenza del maggior peso del cervello degli uomini. A comprometterne la credibilità ha concorso anche la mancanza di rinvenimenti fossili di stadi evolutivi intermedi, con l’unica eccezione di un cranio umano con mascella di scimmia conosciuto come «uomo di Piltdown», clamoroso falso scientifico sul cui autore ancora ci si interroga. In questo classico della divulgazione scientifica del XX secolo, che il Saggiatore ripropone in un’edizione completamente rivista, Stephen Jay Gould fa luce sulla teoria dell’evoluzione per come è stata realmente formulata da Darwin, depurandola dalle errate interpretazioni di alcuni intransigenti seguaci. Se la dimostrazione del darwinismo si nasconde nelle imperfezioni della natura e nei suoi imprevisti, Gould attinge alla sua esperienza sul campo come paleontologo e biologo per raccontare le anomalie più divertenti e i casi più bizzarri incontrati nel corso della sua carriera. Il risultato è insieme una raccomandazione a non considerare alcuna teoria scientifica un dogma e un elogio dell’irriducibile diversità della vita.
Stephen Jay Gould (1941-2002), evoluzionista, paleontologo, biologo e storico della scienza, è stato professore di Geologia e Zoologia all’Università di Harvard. È stato uno dei maggiori divulgatori delle teorie evoluzioniste. Il Saggiatore ha pubblicato: Il millennio che non c’è (1999), I pilastri del tempo (2000), Il pollice del panda (2001), Otto piccoli porcellini (2003), I fossili di Leonardo e il pony di Sophia (2004) e Le pietre false di Marrakech (2007).
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