Acrobati, cavallerizze, fachiri, pagliacci, animali feroci, freak. Sotto il tendone a strisce, nell’arena circolare, a ogni apparizione alcuni individui si assumono il rischio della vita, giocano con l’identità, spingono il corpo oltre i limiti. In bilico tra meraviglia e desolazione, polvere e stelle, angeli e demoni, il circo ha sedotto l’arte e l’ha condotta dentro la sua storia. Un tendone, una pista, un filo sospeso. E poi belle cavallerizze, animali feroci e corpi che sono «capricci della natura»: è il mondo del circo, dove da sempre va in scena il paradosso e il rischio, dove la logica della realtà si spezza per lasciare spazio alla fantasia. Gli artisti di tutti i tempi hanno saccheggiato questo universo, preso a prestito i suoi protagonisti – giocolieri, acrobati, trapezisti, domatori, clown – reinventandone l’immaginario, prolungandone la vita. Nel secolo scorso è stato necessario il soccorso delle maschere della Commedia dell’Arte, dei folli shakespeariani, degli zingari capaci di insegnare la danza agli orsi e, insieme ai saltimbanchi, hanno sfilato le amazzoni di Seurat e di Kirchner, gli Arlecchini-clown di Picasso, le domatrici di Otto Dix, i filiformi animali addestrati di Calder, gli «operai del sogno» acrobatico di Léger, le signorine che ammaestrano i cani di Donghi, le donne cannone di Kuniyoshi e quelle barbute dell’americana Zoe Leonard. Dalle carovane di inizio Novecento al moderno Nouveau Cirque, dalle Esposizioni universali ai freak show, il circo ha messo in scena il «diverso» e ne ha legittimato l’esistenza, aprendo la strada ai giganti di Diane Arbus, alle sirene mutanti di Myriam Laplante, ai pagliacci preistorici di Rondinone, ai clown horror di Cindy Sherman fino al fachiro di Maurizio Cattelan esposto alla Biennale di Venezia. Arianna di Genova racconta la storia di un’attrazione fatale, di un amore che ha spinto l’arte del XX e XXI secolo oltre la rappresentazione formale, che ha creato un cortocircuito con i tradizionali canoni estetici, portando in scena un sogno comune a pubblico e artisti: essere catapultati fuori dalla realtà quotidiana, sgranando gli occhi per lo stupore.
Arianna di Genova è critica d’arte, giornalista e redattrice presso il quotidiano il manifesto. Ha scritto numerosi saggi per riviste specializzate e testi per cataloghi di mostre. Nel 2005 ha curato l’edizione di Networking in Toscana. Dal 2006 insegna presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e collabora con la casa editrice Biancoenero come autrice di libri d’arte per ragazzi.
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