Nel febbraio del 1946 lo psichiatra americano Leon Goldensohn venne assegnato al carcere di Norimberga dove erano detenuti imputati e testimoni nel processo che doveva simboleggiare la fine del Reich. Davanti a lui sfilano Göring, Ribbentrop, Rosenberg, Hess e molti altri nazisti. Goldensohn, ebreo, si sforza di mantenere il massimo distacco professionale di fronte a queste figure. Per lui quegli uomini non sono solo pazienti da ascoltare, ma soprattutto soggetti da studiare per scoprire cosa si agita nelle loro menti. I taccuini dei suoi colloqui, selezionati e raccolti per la prima volta da Robert Gellately, sono un documento unico, indispensabile per capire «come si diventa nazisti».
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