Quando l’opera che avete fra le mani fece la sua comparsa sugli scaffali delle librerie, le scienze informatiche erano appena nate e non si sospettava nemmeno l’esplosione che avrebbero avuto nei decenni successivi, mentre le neuroscienze erano pronte per il balzo in avanti che le nuove tecnologie avrebbero reso possibile. Era il 1958 e con la sua ricerca John von Neumann apriva le porte agli studi sull’intelligenza artificiale.
Computer e cervello, nelle parole del suo autore, è «un approccio alla comprensione del sistema nervoso da parte di un matematico». Per noi si tratta del primo studio sulla relazione tra il modo di operare degli elaboratori e quello del nostro pensiero, sulle capacità computazionali delle macchine e quelle del nostro organo più misterioso. Un punto di non ritorno. Von Neumann esamina il metodo digitale e il metodo analogico, i processi cognitivi artificiali e quelli naturali; i termini costitutivi del suo discorso sono transistor e neuroni, rapidità di trasmissione delle informazioni, velocità di elaborazione dei dati, porte logiche e sinapsi.
Una risposta ai quesiti sul modo in cui il cervello riesce a compiere i suoi miracoli cognitivi pur senza essere un computer ancora oggi non c’è. C’è però il tentativo di imitarne il funzionamento nelle reti di neuroni artificiali, terribilmente più veloci nell’elaborazione del «pensiero». Quello che von Neumann auspicava.
Le analogie e le differenze tra macchina e uomo, artificio e natura, computer e cervello, in un saggio pionieristico che, a metà degli anni cinquanta, ha anticipato e condizionato gli sviluppi delle scienze informatiche, biologiche e filosofiche: lo spartiacque tra due ere.
Traduzione di Paolo Bartesaghi
John Von Neumann
John von Neumann (Budapest, 1903 - Washington, 1957), matematico e fisico ungherese naturalizzato statunitense, è fra i padri dell’informatica. Nel 1944 pubblicò Theory of Games and Economic Behavior, destinato a diventare un classico.
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