Se in ogni tempo e luogo l'afflato religioso ha trovato espressione privilegiata nel ritmo e nel suono, la musica che ha accompagnato le sorti della civiltà cristiana presenta una ricchezza di forme unica. Nel corso di due millenni l'eredità ebraica, i documenti conciliari, l'opera dei Padri della Chiesa, l'intervento dei pontefici hanno plasmato un corpus di generi musicali di grande raffinatezza, che nel canto gregoriano ha il suo esempio più celebre e nell'organo lo strumento elettivo. A partire dall'età moderna, a questo canone che annovera inni, salmi, oratori si sono aggiunte opere di grandi compositori ispirate alla storia religiosa o ai generi destinati al culto - come la "messa" - con le quali la musica sacra non è più associata in modo esclusivo ai luoghi consacrati e diventa parte della "grande musica". In nome di una maggiore accessibilità delle pratiche rituali, la riforma liturgica sancita dal Concilio Vaticano il ha sostituito il latino con le lingue nazionali, consegnando alla storia questo prezioso patrimonio estetico e spirituale, che oggi vive per lo più nella forma del concerto. E questo, probabilmente, il motivo dell'oblio dei musicologi italiani, che con questa breve storia Luigi Garbini interrompe dopo decenni.
Responsabile delle attività musicali della curia milanese, don Luigi Garbini è coordinatore della rassegna La Musica dei Cieli. Voci e musiche nelle religioni (che nell'edizione del dicembre 2004 ha ospitato artisti come l'israeliana Noa e Giovanni Lindo Ferretti) e direttore artistico del ciclo di eventi multimediali curata dalla diocesi ambrosiana Pause (cui ha recentemente partecipato il compositore tedesco Karlheinz Stockhausen). Nel marzo 2004 don Luigi Garbini avrebbe voluto invitare Adriano Sofri a leggere La ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde nel Duomo di Milano. La notizia suscitò molte polemiche e venne riportata dai principali quotidiani.
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