«Creare e amare la bellezza è essenziale all’esperienza della felicità. Un’epoca che non accetti questa verità primaria non articola un proprio discorso visibile; la sua immagine resta sfocata, le sue manifestazioni non giungono ad arrecare diletto.» Per Walter Gropius la pratica dell’architettura non si traduce in una semplice questione di stile ma si pone prima di tutto come una questione etica e di impegno civile, rispecchiando i valori di un’epoca e di una cultura. Nell’istanza didattica di Gropius, prima di formare gli architetti, è necessario formare uomini nuovi, consapevoli del loro ruolo nella società. I saggi, elaborati durante l’esperienza a Harvard tra la fine degli anni trenta e la prima metà degli anni cinquanta, sono organizzati in maniera tematica: la formazione degli architetti e dei progettisti, l’architetto contemporaneo, urbanistica e edilizia popolare. Gli scritti di Architettura integrata restituiscono la consapevolezza del proprio ruolo di guida
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