Guardiano della realtà e insieme dell’utopia, anzi guardiano della realtà perché guardiano dell’utopia: questo è Franco Fortini: l’intellettuale ostico, severo, tutto d’un pezzo, che Calvino ritrae col dito indice sempre idealmente alzato a esortare e ammonire i compagni di strada; il poeta che si scaglia contro ogni tentazione analgesica dell’industria culturale, lucido come nessuno mai, e d’una lucidità durevole; l’uomo che instancabilmente vuole distinguere gli amici dai nemici, le idee giuste dalle sbagliate, additando a sé e agli altri l’itinerario da percorrere.
L’itinerario è la verifica dei poteri. Verifica dei poteri è correggere gli errori di lettura della realtà, esercitarsi a percepire i vuoti d’aria dove più la società sembra compatta e soda, disarmare il discorso del nemico, i suoi strumenti di persuasione e spavento, di assimilazione della spinta socialista al liberalcapitalismo che trasforma la società in subumanità consumatrice. Verifica dei poteri è anche colpire i due ottimismi: quello infantile dell’impegno settario, da scuola di partito; e quello dell’anti-ideologismo avanguardistico, ossia l’arte da atelier di moda, la letteratura pseudoprogressista che «passa le sue vacanze sulle rive del mare dell’Oggettività». Perché la cultura, se indossa i panni di cui la borghesia ama vederla drappeggiata, ha solo una funzione subalterna, esornativa, risibile: uno scrittore disimpegnato è un non-scrittore. Ma dove passano la crepa, il solco, la spaccatura? Al chiacchiericcio assuefatto dei coristi della cultura dominante Fortini risponde con la battaglia risoluta contro i nessi visibili o invisibili che legano quella cultura al sistema dell’inumanità stabilizzata. Compito insostituibile della poesia è «portare la spada nel mondo». E così dopo il dubbio, la tentazione del silenzio e della rassegnazione, torna, netta come una figura nell’alba, la parola critica, senza additivi o correttivi, a restituire all’uomo la sua totalità.
Verifica dei poteri – pubblicato per la prima volta nel 1965 dal Saggiatore e ora riproposto con una prefazione di Alberto Rollo – è un libro decisivo, uno spartiacque, un domicilio di idee e identità. Il libro di un homme des lettres intransigente, poetico e quindi profetico. Un libro da cui ricominciare – non a capire bensì a riconoscersi, a misurare tutte le prossimità che contano: alla verità, alla libertà, alla bellezza.
Franco Fortini (Firenze, 1917 - Milano, 1994) è stato uno dei massimi intellettuali e poeti italiani del Novecento. Ha insegnato Storia della critica letteraria all’Università di Siena. La sua opera in versi comprende Foglio di via e altri versi (1946), Poesia ed errore (1959), Una volta per sempre (1963), Questo muro (1973), Paesaggio con serpente (1984) e Composita solvantur (1994). La sua produzione saggistica comprende, oltre a Verifica dei poteri, I cani del Sinai (1967) e i Saggi italiani (1974 e 1987). Si ricorda inoltre la raccolta L’ospite ingrato (1966 e 1985). Ha tradotto, fra gli altri, Flaubert, Élouard, Kierkegaard, Gide, Brecht, Proust, Weil, Goethe, Queneau, Enzensberger e Kafka.
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