Ai giorni nostri, il lungo ciclo avanguardistico-neoavanguardistico appare ormai un ricordo del passato. L’attività di scrittura e lettura si è ristrutturata all’insegna della prosa di romanzo,non dell’antiromanzo.Ma ciò non significa pensare a un ritorno all’epica. A farsi avanti è l’esigenza di un nuovorealismo, orientato a una riscoperta dell’Italia reale,con i suoi problemi e le sue contraddizioni psicosociali, dall’angosciosa questione meridionale alla bruciante questione morale. Le grandi speranze di un cambiamento radicale del mondo sono cadute.Ora si tratta di fare i conti con l’oggettività delle nostre condizioni di vita, esercitando l’immaginario per darcene una rappresentazione più vera del vero.E per questo è utile anche tornare a riflettere sulla stagione dello sperimentalismo postfascista, che va sotto il nome di neorealismo.
Vittorio Spinazzola è professore emerito di Letteratura italiana contemporanea all'Università degli Studi di Milano. Il Saggiatore ha pubblicato Pinocchio & C. (1997), Itaca, addio (2001), La modernità letteraria (2005) e L'egemonia del romanzo (2007). È curatore dell'annuario Tirature.
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