Una nave attracca al molo di Brest, sulla costa atlantica. A bordo, un equipaggio di marinai nerboruti contrae i muscoli annodando le funi sulla poppa, in una guazza di umori che impregna le fronti e le tempie. In mezzo a loro, Georges Querelle si staglia per grazia e violenza, per la bellezza serafica dei lineamenti e l’andatura imperiosa che lascia scorgere un lato impenetrabile e sinistro. Aitante narciso del mare, angelo della solitudine votato all’autodistruzione, il giovane marinaio è l’oggetto del desiderio di chiunque lo incontri, e contrappone alle avances dei suoi corteggiatori, uomini e donne, un’aura di dominazione che scatena le fantasie più bestiali. Il tenente di vascello Seblon cova morbosamente e in silenzio la sua ossessione per Querelle, confessando la vergogna delle insopprimibili erezioni alla memoria di un «libro delle preghiere», cui l’autore affida la dimensione lirica del testo, la celebrazione dell’amore fatale, la mitologia dell’avvenenza sirenica dei naviganti. A Brest la natura ribelle di Querelle trova pieno appagamento. Il bordello La Feria è il ricettacolo di ogni forma di perversione, e l’arrivo del giovane in città destabilizza immediatamente la vita degli altri personaggi, piegati alla coercizione dei suoi ricatti psicologici. Nono, il proprietario del bordello, il poliziotto Mario, il giovane operaio Gil e l’adultera Lysiane: Querelle si muove da un partner all’altro, senza inibizioni né limitazioni morali. Seduce, se vuole sedurre. Tradisce, per noia o convenienza. Uccide, quando decide che il gioco erotico deve ultimarsi nella sua più idilliaca risoluzione: la morte. Espulsione della soggettività, denuncia dell’omofobia nelle sue ipocrisie e nei suoi tropismi, indagine negli strati più profondi della psicologia umana: Querelle de Brest è la sola opera propriamente romanzesca di Jean Genet, e rivela l’influsso esercitato, all’epoca della sua scrittura, dalla frequentazione dell’autore con Jean-Paul Sartre, che la rende ancora più centrale per una narrazione della cultura occidentale contemporanea.
Jean Genet è nato a Parigi nel 1910 e morto, sempre a Parigi, nel 1986. Il Saggiatore pubblica in Italia le sue opere narrative.
scopri di più sull'autorecarrello
torna allo shop
Checkout
TORNA AL CARRELLO
RIEPILOGO