Nel dopoguerra italiano, attraverso una virtuosa concomitanza di fattori culturali, politici e sociali, prende forma una nuova arte dell’allestimento. Il fenomeno investe tanto le occasioni «commerciali», come le fiere campionarie, quanto l’ambito delle mostre d’arte, fino ad allora poco sensibile ai nuovi codici di comunicazione che andavano emergendo dai pionieristici interventi di sistemazione dei musei. Grazie all’opera di quei maestri dell’architettura e del design che fin dal ventennio fascista avevano coniato un linguaggio allestitivo dirompente, le mostre d’arte richiamano per la prima volta anche un grande pubblico di non specialisti.
Quali sono state le ragioni di tale eccellenza tutta italiana? Da quale tessuto culturale sono nate quelle mostre? Quali istanze «politiche» hanno veicolato? Il volume si pone questi interrogativi cercando le risposte nel cuore di quell’officina culturale che è la preparazione di una mostra: attraverso i carteggi, i documenti d’archivio, le fotografie.
Dalle voci dei protagonisti – architetti, storici dell’arte, soprintendenti, conservatori, connaisseurs – emerge un quadro complesso, segnato dalla polarità museo-mostra, da una riflessione profonda sul tema dell’effimero come avamposto di un «permanente» museale, dalla fatica di impaginare e consegnare al pubblico una storia dell’arte tutta da rileggere alla luce delle perdite belliche e del nuovo sfondo culturale. Dal variegato coro di voci emerge una grande unità di intenti, il senso di una responsabilità condivisa, la tensione verso un obiettivo comune: far uscire dai depositi e rendere pubblico un patrimonio artistico vastissimo, in uno sforzo educativo fondato sul contatto intimo che si crea fra il pubblico e l’opera.
Anna Chiara Cimoli, storica dell’arte, si è specializzata in Museologia all’École du Louvre di Parigi. Ha svolto un dottorato in Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica presso il Politecnico di Torino. Dal 2002 conduce dei laboratori presso l’Università Cattolica di Milano e collabora con il Centro di Alti Studi sulle Arti Visive (CASVA) del Comune di Milano. Dal 2005 al 2007 è stata assistente alla curatela presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro. Attualmente lavora per la casa editrice FMR.
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