Per molti rappresenta il confine di Londra, per tanti è «uno dei sette orrori della Gran Bretagna»: la M25 è una circonvallazione a dieci corsie che si estende per duecento chilometri intorno alla città, un laccio emostatico che la soffoca, uno squarcio dove Londra finisce e inizia una terra desolata. È un esorcismo contro il maleficio del Millenium Dome, questo viaggio psicogeografico che Iain Sinclair intraprende alla ricerca della Londra più nascosta, più bizzarra. Accompagnato da un pittore, un regista, un fotografo e uno scrittore, Sinclair si muove lungo la M25 rigorosamente a piedi, attraverso periferie e campagne, aberrazioni e assurdità dell’Inghilterra di oggi, là dove si erigono centri commerciali come cattedrali, dove il petrolio sostituisce il sangue, e funzionari e speculatori si impegnano a cancellare il volto malato di queste periferie: manicomi, ospedali, fabbriche di armi, cantieri, tutti rimpiazzati, sembrerebbe nel breve spazio di una sola notte, da quartieri residenziali «di prestigio». Raccontato con l’occhio del poeta e del visionario, London Orbital non è solo un’immersione nella cultura britannica, ma una sottile stratificazione letteraria delle tante Londre narrate da padri più o meno apertamente riconosciuti: le allucinazioni di Blake, la città spettrale di Conrad, l’apocalisse di Ballard, i marziani di Wells e, forse su tutti, la fangosità impenetrabile del Tamigi nel Nostro comune amico di Dickens, con spazzaturai d’oro a raccogliere i cadaveri simbolici e reali che affiorano dai gorghi della metropoli. Affabulatore infallibile, Sinclair svela il proprio debito letterario in un costante contrappunto di amara ironia, una lingua evocativa capace di assecondare i necessari meandri narrativi di un viaggio che si fa racconto circolare. Così, sulla strada, il narratore di storie racconta una Londra nascosta e inedita con la leggerezza vigile di uno scrittore consumato.
Iain Sinclair, scrittore e film maker, è autore di romanzi tra i quali: White Chappell, Scarlet Tracings (1987); Downriver (1991, vincitore del James Tait Black Memorial Prize e dell’Encore Award); Rodinsky’s Room (1999, con Rachel Lichtenstein) e di Slow Chocolate Autopsy (1997, raccolta di racconti con fumetti di Dave McKean). Tra i suoi saggi ricordiamo: Lights Out for the Territory (1997); Crash (1999) e The Verbals (2003, con Kevin Jackson). Vive a Londra.
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