Agli albori del 1915 l’Italia è una nazione ancora da forgiare: non c’è una lingua, non c’è un sentimento comune. Gli italiani devono temprarsi in una solida unità nazionale. La soluzione è la guerra, la fucina il campo di battaglia. A pagarne il prezzo saranno i giovani costretti in un fronte che corre per seicento chilometri, dalle Dolomiti all’Adriatico. Combatteranno in un biancore di pietre e di neve che dura tutto l’anno, saranno uniti nella paura e nell’angoscia, uccideranno. Nel 1919 chi alla patria aveva dato tutto si lascia conquistare dalla «trincerocrazia» di Mussolini e dall’idea che la Grande guerra costituisca il fondamento della nazione. Si prepara così la scena per l’avvento del fascismo. Valorizzando fonti come i diari dell’epoca e le interviste ai veterani, lo storico inglese Mark Thompson con La guerra bianca restituisce il pathos degli assalti alle trincee, ripercorre con sobrietà e precisione l’epica del fronte italiano, mette a nudo la foga nazionalistica e gli intrighi politici che hanno preceduto il conflitto.
Mark Thompson
Mark Thompson letterato e storico, vive e lavora a Oxford. Ha collaborato a lungo con l’Onu nei Balcani. È traduttore dall’italiano di Umberto Saba e Claudio Magris.
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