Un uomo si sveglia in una casa che non conosce. Una donna che non conosce lo chiama «amore », gli dà un bacio, esce. I mobili, le tende, i tappeti, i libri sugli scaffali, il giardino, la strada che si snoda fuori dalla finestra, gli aceri in fiore: tutto gli è straniero, alieno. Non è mai stato qui. C’è una scrivania, un computer, una sedia gialla. Si siede, preme spazio: sullo schermo appare un documento fatto di una sola pagina vuota. Il documento si chiama ilmistero.doc.
È l’inizio di un’opera che definire mondo è riduttivo, un’opera-galassia, un’opera-universo che contiene centinaia di romanzi diversi; un’opera-babele, un’opera-babilonia, un’opera-biblioteca; un’opera-enigma, il giallo dei gialli, che può essere svelato solo da chi non cerca di risolverlo; un’opera che, nel suo negare la forma romanzo, ne invera la forza originaria, dirompente, carnevalesca, come – a suo tempo – avevano fatto Casa di foglie di Mark Z. Danielewski e Infinite Jest di David Foster Wallace, coi quali ilMistero.doc condivide un’ideale continuità, non solo per la frammentarietà della struttura o per l’eterogeneità dei materiali narrativi impiegati, ma anche, e soprattutto, per l’intento epico: raccontare, in una singola vita, ogni altra possibile vita umana.
Traduzione di Luca Fusari
Matthew McIntosh (1977) è uno scrittore americano. Il suo romanzo d’esordio, Well (2003), è stato pubblicato in Italia con il titolo Va tutto bene (Mondadori, 2005). ilMistero.doc è il suo secondo romanzo.
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