Il timore che le nuove tecnologie possano distruggere il lavoro è vecchio quanto il capitalismo, ma, fin dai tempi dei luddisti, è sempre stato smentito dalla storia. Nelle rivoluzioni industriali degli ultimi tre secoli, per ogni posto di lavoro cancellato l’innovazione ne ha sempre creati di nuovi, e spesso più dignitosi. Questo libro – vincitore del Financial Times and McKinsey Business Book of the Year Award – dimostra che oggi non è più così. Nell’epoca dell’automazione diffusa, delle tecnologie dell’informazione e dell’intelligenza artificiale, i dati suggeriscono che sono stati creati meno posti di lavoro di quelli usurpati dalle macchine. Sono pronti a una diffusione massiccia software in grado di scrivere autonomamente una cronaca sportiva o di comporre squisite melodie; cuochi-robot che preparano pasti in modo igienico e con grande inventiva; congegni più precisi e accorti di qualunque medico nell’interpretare una cartella clinica; veicoli a guida autonoma; stampanti 3D capaci di erigere in poche ore un edificio abitabile. Macchine che spesso non si limitano a svolgere le funzioni predefinite dai costruttori, ma mostrano capacità di apprendere, curiosità e creatività. Siamo già ben oltre la robotizzazione dell’industria e dei lavori più monotoni: le macchine intelligenti stanno trasformando tutti i settori dell’economia, rivelandosi più efficienti e produttive degli esseri umani. E così, oltre al lavoro in fabbrica, sono a rischio anche gli impieghi più qualificati: se un tempo l’istruzione e l’impegno garantivano il successo, oggi non bastano più per accedere a una fonte di reddito adeguata. Martin Ford, imprenditore della Silicon Valley che opera da 25 anni nel campo dell’intelligenza artificiale, offre una «lettura tecnologica» dei mali economici del nostro tempo: fenomeni come la Grande recessione, l’indebitamento crescente, il ristagno dei salari, la disoccupazione di lungo termine, la disuguaglianza dei redditi hanno tutti a che fare con l’accelerazione del progresso tecnico. Solo ripensando il sistema economico e lo stato sociale – arrivando a un reddito minimo garantito per tutti – potremo cogliere le opportunità di un mondo in cui la tecnologia consentirà maggior prosperità, benessere e tempo libero.
Martin Ford, fondatore di un’azienda di software con sede nella Silicon Valley, scrive di tecnologia e automazione per diverse riviste, tra cui The New York Times, Fortune, Forbes, The Guardian, Financial Times, oltre a tenere conferenze sull’argomento in tutto il mondo. Il Saggiatore ha pubblicato Il futuro senza lavoro (2017).
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