Agosto 1969. Nei giorni in cui i prati di Woodstock vengono ripuliti dai rifiuti lasciati da mezzo milione di giovani accorsi a seguire un festival già leggendario, Miles Davis porta in studio un’orchestra come non si era mai sentita: tre fiati, chitarra, due bassi, tre tastiere elettriche, quattro set di percussioni. Con qualche appunto schizzato su carta e dopo una sola serata di prove, in tre mattine si registra il materiale di Bitches Brew: un disco che cambierà la storia della musica.
«È ancora jazz?» Quando esce il disco, nella primavera del 1970, si parla della nascita di un nuovo genere musicale, che fonde le sottigliezze improvvisative del jazz con l’energia del rock. Profetico, psichedelico, progettato come un’opera d’avanguardia e allo stesso tempo pianificato come un grande successo commerciale, Bitches Brew è il risultato di una serie di esperimenti durati alcuni anni, durante i quali la visione artistica di Miles entra in una fruttuosa tensione con gli interessi della sua casa discografica, grazie alla sottile mediazione di un geniale produttore, Teo Macero.
Enrico Merlin e Veniero Rizzardi, consultando per la prima volta un corposo materiale d’archivio, compresi i nastri originali delle sedute, ricostruiscono la genesi dell’album in un racconto che abbraccia i tre anni in cui Miles conobbe forse l’evoluzione più interessante della sua intera carriera, e ci restituiscono una cronaca accurata delle fasi di preparazione, registrazione e postproduzione, arricchita di foto e documenti, cronologie e discografie. A mezzo secolo dall’uscita di Bitches Brew, il Saggiatore porta in libreria la nuova edizione, completamente riveduta e aggiornata, di un libro candidato a classico della storiografia jazz.
Abbiamo organizzato diversi materiali che possono accompagnare la lettura e rendere più immediatamente evidente quello che raccontiamo. Nella maggior parte dei casi si tratta di playlist (Spotify) in cui sono posti in sequenza la maggior parte dei brani citati; nel caso invece dei capitoli analitici si tratta di brevi esempi sonori e di presentazioni-animazioni che corrispondono alle illustrazioni presenti nel volume. Per ogni esempio vi è un sempre un puntuale rimando di pagina, anche all’interno dei video.
EM VR
Bitches Brew – l’album originale nella riedizione 1998 (cfr. le Avvertenze a pp. 30-31)
Cap. 2 – La «lunga marcia». 1967-1969
• tutti i brani illustrati in ordine cronologico.
Scheda Mademoiselle Mabry dedicata a Betty Davis:
• Le due sedute del maggio 1969 – pp. 86-87 e 113-114.
Cap. 3 – «Giù all’angolo» e «in silenzio»
• In A Silent Way, l’album originale – pp. 102-109
• outtakes della seduta del 18 febbraio 1969 e la seduta del 20 febbraio – p.109
• Schema animato della medley «In A Silent Way»/«It’s About That Time» - pp. 104-106
• Schema animato delle due versioni a confront di «Shhh/Peaceful» – pp. 106-109
• Concerto del Miles Davis Quartet – Newport 5.7.1969 – pp. 115-117
Scheda dedicata al Blindfold test a cui è stato sottoposto Miles Davis da Down Beat il 13 e il 27 giugno 1968 – pp. 125-135
Cap. 4 – «Si gira». Le tre sedute di registrazione
• La prima seduta, 19.8.1969 – outtakes
• La seconda seduta, 20.8.1969 – outtakes
• La terza seduta, 21.8.1969 – outtakes
•«Miles Runs the Voodoo Down». Diversi incipit a illustrazione di quanto descritto alle pp. 166-168 a proposito della prima versione del pezzo precedente alla fissazione su disco del 20 agosto 1969. Gli esempi notati (1,2,3) a p. 167 sono da intendersi come modelli ‘medi’ in rapporto per esecuzioni sempre variabili.
23 o 24 maggio 1969, New York City, Village Gate - p.167
21 o 29 giugno 1969, New York City, Blue Coronet Club - p.167
5 luglio 1969, Newport Jazz Festival - p.167
7 luglio 1969, New York City, Central Park - p.167
20 agosto 1969, seduta di registrazione (take 8) –, p.178
• «Spanish Key»
Cellule tematiche A, B, C – p. 185
Cellula A – Cellula B – Cellula C
Frasi in codice 1, 2, 3, 4 – p. 186
Frase in codice 2: take 1 – take 2 – take 4
• La partitura di «Pharaoh’s Dance» - pp. 158-163
• Un confronto tra «Pharaoh’s Dance» e «Experience in E» – p. 197
Cap. 5 – «Play some o’ that, Teo»
• «Bitches Brew», ricreazione al montaggio del bass vamp che apre la sezione I. – p. 234-236
• «Bitches Brew», frase ricomposta, – p. 237-238
• «Pharaoh’s Dance», ricreazione al montaggio della sezione introduttiva – p. 247-249
• «Pharaoh’s Dance», ‘interludio’, – p. 251 e 255
Cap. 6 – «Great Expectations»: 1969-1970
• Miles Davis at Fillmore – l’album originale (montaggio di Teo Macero)
• Miles Davis at Fillmore – i quattro concerti integrali
Inoltre qui un companion con diversi brani a cui si fa riferimento in varie parti del volume: «74 Miles Away», p. 77, «Choo-Choo», p. 107, «The Chicken», p. 104, «Last Train to Clarksville», p. 106, «Converge», p. 185, «Spinnin’ Wheel», p. 236-237-242-243.
Enrico Merlin (Milano, 1964), storico della musica, divulgatore, compositore e chitarrista, è fra i massimi esperti mondiali di Miles Davis. Fra i suoi libri, Miles Davis 1959 (2017) e, per il Saggiatore, Bitches Brew (2022), insieme a Veniero Rizzardi.
scopri di più sull'autoreVeniero Rizzardi (Milano, 1954), musicologo, insegna attualmente al Conservatorio reale dell’Aia e all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha curato edizioni critiche di partiture di Bruno Maderna e Luigi Nono. Per il Saggiatore ha firmato con Angela Ida De Benedictis la curatela del carteggio fra Massimo Mila e Luigi Nono (Nulla di oscuro tra noi, 2010) e degli scritti e dei colloqui di Nono (La nostalgia del futuro, 2019), e con Benedetta Zucconi Incontri con Beethoven (2020).
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