Un uomo aracniforme si innamora di una macchina da cucire, un polpo si accoppia con una polena, una giovane donna-lupo ruba giocattoli per i propri figli. I personaggi dei tredici racconti di Alfabeto di bambola abitano mondi grigi, sembrano sopravvivere sotto nubi minacciose, in una realtà che ha le fattezze di un tribunale kafkiano, un carcere di Piranesi, una distopia patriarcale, una camera delle meraviglie di qualche folle collezionista del Settecento.
Quello intrapreso in queste storie è un viaggio nell’orrore del quotidiano, tra parti anatomiche mummificate, candelabri dotati di vita cosciente, cucine infestate di parassiti, corpi deformi e animaleschi. Siamo trascinati in un universo grottesco e surreale che traduce alla perfezione le ossessioni di Camilla Grudova, riversate in queste pagine con ironia secca e con l’imperturbabilità di una bambola di pezza. Una scrittura che ricorda Angela Carter, Margaret Atwood e Shirley Jackson, con un’abilità narrativa strabiliante che incalza e cattura il lettore, come una ragnatela, come una vecchia casa infestata da cui non riesce a uscire.
Traduzione di Andrea Morstabilini
Camilla Grudova è una scrittrice canadese. Alcuni dei suoi racconti sono apparsi su Granta e The White Review. La raccolta Alfabeto di bambola è stata finalista allo Shirley Jackson Award e al Danuta Gleed Literary Award.
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