C’è una pianura immobile e silenziosa, attraversata da un fiume pigro, in cui sorge una casa inquietante e solitaria: la villa che uno scrittore ha scelto come suo ritiro, come luogo per isolarsi dal mondo e scrivere un racconto dell’orrore. Ben presto si accorge che tra i vecchi mobili, nelle stanze abitate dalla polvere, si nasconde qualcosa che si riesce distintamente a percepire, ma che rifiuta di farsi spiegare: una presenza, un’ombra, forse un fantasma. Lo scrittore viene attratto, come da una forza invisibile, verso la misteriosa soffitta, che è resa inaccessibile da un’inferriata e che inizia a ossessionarlo. Cosa nasconde il custode della villa nelle fosse che scava ogni giorno in giardino? E con chi parla la domestica mentre è assorta nel suo lavoro? Di cosa si occupa l’enigmatico istituto che ha sede nelle stanze al pianterreno?
Ambientato in una Pianura Padana gotica e oscura, dietro un velo che con uno squarcio potrebbe spalancare l’abisso nero della morte, Aldilà è un romanzo infestato; ma gli spiriti che ne hanno preso possesso non sono solo quelli dei defunti, evocati in raggelanti sedute medianiche, bensì anche gli spettri della grande letteratura dell’orrore: H.P. Lovecraft ed Edgar Allan Poe su tutti. Tra antiche formule annotate ai margini di pesanti volumi, riti funebri risalenti alle popolazioni galliche, simboli arcani e feticci mortiferi, Aldilà tenta l’esorcismo estremo: tenere a bada, rimpicciolire, forse addirittura annullare, attraverso la parola, il vuoto di senso da cui tutti siamo attanagliati. Il demone a cui per tutta la vita cerchiamo di sfuggire.
Andrea Morstabilini (1983) è editor e traduttore. Per il Saggiatore ha curato la nuova edizione di Le montagne della follia di H.P. Lovecraft (2018) e pubblicato il romanzo Il demone meridiano (2016).
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