Un brindisi a sorpresa nella Mosca di Andropov, la ricerca di un negozio di strumenti musicali a Istanbul, una tournée con i Rolling Stones, un viaggio a Capo Nord con sosta allo Star Club di Amburgo, culla dei Beatles; la cooperativa l’Orchestra e il festival Rock in Opposition, in giro per l’Italia sul «pulmone d’acciaio» durante la prigionia di Moro, la conquista di Berlino, gli Stormy Six che battono i Police, una serata alla Scala con Robert Fripp e una mezza lite con John Zorn. Episodi avventurosi e bizzarri di una vita on the road, di cui è disseminata anche la sua esperienza di critico e studioso. Franco Fabbri – chitarrista degli Stormy Six e musicologo – ripercorre quasi cinquant’anni di popular music e di sinistra italiana, dal Movimento studentesco alla vittoria elettorale di Pisapia, dai primi festival alternativi degli anni sessanta alle tre generazioni che festeggiano insieme il nuovo sindaco di Milano in piazza del Duomo cantando «Stalingrado». «Raramente» sostiene Ivano Fossati «il vivere e il fare musica sono stati raccontati in maniera così autentica.» Arricchite da una serie di rare fotografie, le memorie raccolte in Album bianco richiamano l’estensione nel tempo e nello spazio di White Album dei Beatles, dando vita a un eclettico diario musicale, vissuto come un romanzo di formazione della generazione del Sessantotto.
Franco Fabbri
Franco Fabbri, musicista (con gli Stormy Six) e musicologo, insegna materie collegate alla storia, all’estetica e all’economia della popular music nelle università di Torino, Genova, Milano. È stato presidente della International Association for the Study of Popular Music. I suoi libri
più recenti sono L’ascolto tabù (il Saggiatore, 2005) e Around the clock. Una breve storia della popular music (Utet, 2008).
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