Nel giugno del 1970 Joan Didion parte da New Orleans per un viaggio lungo il Golfo del Messico. A spingerla è l’intuizione che il cuore del paese non sia più l’Ovest – la frontiera proiettata sempre verso un domani, il sogno patinato di Hollywood –, ma il Sud che affonda sonnolento nel proprio passato, ancora immerso nella realtà coloniale e nelle differenze di classe, identità e razza.
L’ago magnetico di A Sud e a Ovest, che di quel viaggio rappresenta il diario di bordo, è ancora una volta lei, Joan Didion: una scrittrice che misura il reale con il suo corpo e il suo sguardo. La sua voce aspra e vibrante registra strade polverose invase da serpenti; uomini il cui vitreo isolamento non lascia filtrare che un’eco deformata del presente; la luce crepuscolare di una terra profonda, selvaggia e violenta. Quel Sud che oggi come ieri, gridando il proprio arcaico rancore, domina la vita pubblica di un paese che ha smarrito l’orizzonte della frontiera, e si rifugia in un passato primitivo.
Prefazione di Nathaniel Rich
Traduzione di Sara Sullam
Joan Didion (Sacramento, 1934 - New York, 2021) è stata tra i maggiori scrittori americani. Delle sue opere il Saggiatore ha pubblicato Run River (2016), Miami (2016), Nel paese del Re pescatore (2017), Da dove vengo (2018), A Sud e a Ovest (2019), Finzioni politiche (2020), Blue Nights (2021), Idee fisse (2021), Prendila così (2021), Il suo ultimo desiderio (2021), L’anno del pensiero magico (2021), Perché scrivo (2022) e Verso Betlemme (2023) e The White Album (2023).
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