Thomas l’Oscuro è il primo romanzo di Maurice Blanchot: un’opera che stravolge i codici narrativi consolidati, anticipando con la sua visionarietà le sperimentazioni di Alain Robbe-Grillet e Samuel Beckett.
Thomas, il protagonista di questa storia, è un personaggio che sfugge a ogni possibilità di descrizione. A volte sembra umano, altre mostruoso. A volte sembra vivo, altre volte no, e appare sempre in bilico su quel confine sottile che separa le due cose. Lo conosciamo all’inizio del romanzo mentre nuota in mezzo a un mare d’improvviso mutato in tempesta, boccheggiando tra le onde, incerto se sopravvivrà o sarà travolto. Lo ritroviamo in un cimitero, chino sulle ginocchia, intento a scavare con le mani una tomba in cui sdraiarsi e fare esperienza della fine. Ma a conoscere la morte sarà Anne, la giovane donna che Thomas ha incontrato casualmente nell’albergo in cui alloggia, e con la quale ha iniziato una relazione che si è tramutata in un vincolo misterioso e inscindibile. E proprio la malattia e la scomparsa di Anne condurranno Thomas verso una nuova soglia.
In questa opera finora inedita in Italia, Maurice Blanchot guida il lettore attraverso sentieri inesplorati della costruzione romanzesca. Quello che Blanchot realizza, ricorrendo a una prosa densa di immagini, è lo scardinamento di ogni consuetudine del pensiero, di ogni meccanismo logico cui siamo educati sin dall’infanzia. Una rappresentazione unica di ciò che può fare e dire. la letteratura che, nel suo tentativo di scagliarsi contro l’essere, ci restituisce la natura stessa della nostra esistenza.
Traduzione di Francesco Fogliotti
Maurice Blanchot (Quain, 1907 - Le MesnilSaint-Denis, 2003) è stato un romanziere, critico letterario e filosofo francese. Il Saggiatore ha pubblicato Lo spazio letterario (2018), Il libro a venire (2019), Passi falsi (2020) e La scrittura del disastro (2021).
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