Possono le armonie musicali delle sinfonie settecentesche o i ritmi sonori delle composizioni su pianoforte servire alla costruzione di un’analisi sociologica della nostra cultura? Se a condurre l’analisi è Max Weber, la risposta è decisamente affermativa. Con intuito geniale Weber esplorò l’universo della musica, analizzò i dati empirici e arrivò a teorizzare una vera e propria sociologia musicale. La prima nel suo genere, nata in forte rottura sia con la tradizione che considerava il sistema armonico logico e immutabile, sia con quella di matrice materialistica, che riduceva la musica, e l’arte in generale, a semplice emanazione della tecnica. Per Weber, invece, nulla è naturale, tutto nasce da fattori immanenti come la cultura e la predilezione estetica.
Weber passa in rassegna gli elementi essenziali della musica europea moderna; individua le differenze strutturali che distinguono la musica occidentale, fondata sull’armonia degli accordi, da quella extraeuropea, informata al principio della distanza; trova nell’antica Grecia e nel suo sistema musicale basato sul tetracordo l’origine delle marche specifiche della società occidentale moderna; e a partire da lì rintraccia i fattori che hanno influenzato l’evoluzione musicale, come le caratteristiche degli strumenti e la tonalità del linguaggio. È così che arriva a comprendere perché solo in Occidente si sia sviluppata una musica armonica.
Max Weber non riuscì a concludere Sociologia della musica prima di morire. L’opera venne pubblicata postuma l’anno successivo dalla sociologa femminista Marianne Schnitger, sua moglie, e dal musicologo Theodor Kroger. Questa nuova edizione critica, la prima italiana, è proposta dal Saggiatore a tutti coloro che siano interessati a conoscere uno degli sviluppi più originali e interessanti del pensiero del grande sociologo tedesco.
Max Weber (1864-1920) è considerato uno dei padri fondatori della sociologia e uno dei più grandi teorici politici moderni. Fra le sue opere maggiori si ricordano L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1905), La scienza come professione (1919), La politica come professione (1919), Economia e società (1922), Il metodo delle scienze storico-sociali (1922).
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