Scrivere la realtà di Brian Dillon è un libro sull’arte della scrittura, sulle incredibili possibilità che questa offre a ogni autore: da una parte, dare forma a un mondo, scendere nei suoi abissi, rivelarne l’anima e le oscurità; e allo stesso tempo svelarsi, mettersi alla prova, confessare la propria malinconia e tentare di superarla frase dopo frase, frammento dopo frammento.
Influenzato dall’acutezza delle pagine di scrittrici e scrittori come Virginia Woolf, Roland Barthes e Susan Sontag, Brian Dillon sperimenta la forma del saggio quale spazio dell’avventura, continuamente in bilico tra integrità e disordine, racconto personale e storia universale, errore e perfezione. Uno spazio in cui misurarsi con ciò che si conosce, ma soprattutto con ciò che non si conosce; un luogo di voci familiari ed estranee, di aneddoti da scoprire, di eventi inattesi. Scrive William Carlos Williams che «il saggio è la forma letteraria più umana» e il verbo da cui deriva, saggiare, significa infatti «provare ma non tentare. Stabilire un processo»: Brian Dillon in Scrivere la realtà ha voluto mostrare questo processo che ci rende più umani, scrivendo. Quindi, tentando o meglio vivendo.
Traduzione di Andrea Sirotti
Brian Dillon (Dublino, 1969) insegna Critical Writing al Royal College of Art di Londra. Scrive abitualmente per il Guardian, la London Review of Books e il Times Literary Supplement. Il Saggiatore ha pubblicato Vite di nove ipocondriaci eccellenti (2020), Inseguendo eclissi (2021) e Scrivere la realtà (2023).
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