Inverno. Il sole è un dono raro e apprezzato, la notte arriva troppo presto, il cibo ha un sapore più amaro. Sospesi in questo grigiore guardiamo indietro o avanti, ciò che è stato e che forse ci aspetta: colori più caldi riempiono le nostre estati di coperte stese tra gli aranci, di viaggi in macchina tra campi sconfinati che scorrono via in un finestrino. Ma ciò che il sole bacia proietta allo stesso tempo, dietro di sé, un’ombra più scura, ed è lì che l’inverno si annida: in una speranza o nel ricordo di una persona che abbiamo perso; in una gioia minuta, più duramente guadagnata, e dunque cento volte più preziosa.
In Ricette per l’inverno dal collettivo le parole di Louise Glück ci rinfrancano come un camino acceso quando fuori, dalla finestra, vediamo la neve tingere di bianco l’erba. I suoi versi, nella loro meravigliosa e cruda semplicità, ci svelano memorie, suoni, voci e sensazioni che avevamo dimenticato, che sono suoi ma irrimediabilmente anche nostri, di tutti.
Louise Glück (New York, 1943 - Cambridge, 2023), autrice di tredici libri di poesie e due raccolte di saggi, ha vinto il premio Nobel per la Letteratura nel 2020 «per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende uni versale l’esistenza dell’individuo». Tra gli altri premi ricordiamo la National Humanities Medal, il premio Pulitzer, il National Book Award, il premio Bollingen, il premio Lerici-Pea alla carriera, il Wallace Stevens Award conferito dall’Academy of American Poets e la Gold Medal for Poetry dell’American Academy of Arts and Letters. Ha insegnato a Yale e Stanford.
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