Non meno aeree e trasognate dei luoghi fantastici creati da Swift o Rabelais, le città visitate in questo viaggio esoterico hanno sembianze reali, nomi consueti, segni tracciati su mappe e segnavia. A ricrearle sulla pagina è un instancabile flâneur, uno scrittore che serpeggia fra i vicoli algerini e nella casba dei carruggi genovesi, che solleva lo sguardo sulla Prospettiva Nevskij o sprofonda nei bassifondi di Parigi, ancora infestati da spettri fin de siècle.
Simili a una seduta spiritica, le sue peregrinazioni ridanno corpo a fantasmi letterari, permettendoci di incontrare Puškin nei caffè di San Pietroburgo poco prima della morte in duello, di incrociare Joyce, sbertucciato e ubriaco, mentre vaga nelle stradine di Città Vecchia a Trieste, o di ritrovare le tracce di Rimbaud in fuga fra le capanne bianche di Harar, così simili ad arnie popolate da api.
Passaporti è un libro ramingo, un libro di viaggi, un romanzo dello sguardo in cammino. Fra parola e immagine, fra tempo scritto e tempo vissuto, Giuseppe Marcenaro disegna una sensuale geografia di ombre, occulta e avvolgente, in cui rinvenire infiniti passati, tutti a noi contemporanei.
Giuseppe Marcenaro (Genova, 1942 - 2024) è stato uno scrittore italiano. Tra le sue opere ricordiamo Una sconosciuta moralità (2013) e Perversioni inconfessabili (2020). Il Saggiatore ha pubblicato Scarti (2017), Dissipazioni (2018) e Passaporti (2020).
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