L’invenzione del quadro è il racconto di come l’inserimento di un’immagine all’interno di una cornice ha trasformato per sempre il nostro modo di rappresentare il mondo.
La Gioconda. La Notte stellata. Guernica. Oggi il quadro è la prima cosa che ci viene in mente quando pensiamo a un’opera d’arte, eppure la sua è un'invenzione estremamente recente. Prima del XVI secolo, per millenni, l’arte è stata qualcosa di necessariamente legato a un supporto fisso, a una collocazione ben precisa, a uno scopo rigidamente codificato, spesso con una funzione religiosa. In questo libro Victor I. Stoichita ci guida alla scoperta della rivoluzione che il quadro ha significato non solo per l’arte, ma per l’umanità intera; per le modalità con cui dal momento della sua comparsa abbiamo iniziato a concepire, realizzare ed esperire dipinti, disegni e contenuti visivi. Tra mutamenti e sperimentazioni di varia natura, Stoichita ci conduce in quel segmento temporale che va dai primi del Cinquecento fino alla seconda metà del Seicento per mostrarci, tappa dopo tappa, l'affermarsi di questa incredibile invenzione e il rovesciamento che ha comportato dall’alterità assoluta dell’immagine sacra alla commerciabilità e democratizzazione proprie dell’oggetto artistico moderno.
Un racconto che attraversa il Rinascimento e la pittura fiamminga, El Greco e Velázquez, gli affreschi e il trompe-l’oeil per restituirci un passaggio cruciale della storia dell’umanità: il momento in cui abbiamo compreso che solo grazie al limite avremmo potuto raffigurare l’infinito.
Traduzione di Benedetta Sforza
Victor I. Stoichita (Bucarest, 1949) è professore emerito di Storia dell’arte moderna all’Università di Friburgo e membro dell'Accademia nazionale dei Lincei. Il Saggiatore ha pubblicato Effetto Sherlock (2017) e Breve storia dell’ombra (2023).
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