La parola immaginata è un testo imprescindibile per chi si occupa di comunicazione, di pubblicità, di mass media, e per chi lavora o vuole lavorare come copywriter, redattore o autore per il web. È un classico contemporaneo: il racconto vivido e appassionato di una pratica professionale brillante e consolidata.
Come si inventa una comunicazione pubblicitaria e da dove si comincia? Quali sono le regole di base? Come si integrano parole, immagini e grafica? Quali vincoli è imperativo osservare (e quali è opportuno scardinare) quando si scrive per conto di un’azienda o un’istituzione? Annamaria Testa ci svela i meccanismi, le strategie e gli accorgimenti necessari per comunicare con efficacia: dall’individuazione delle caratteristiche salienti del messaggio all’invenzione di un titolo, fino alla scelta del format e del tono di voce più appropriati e capaci di «avvicinare i prodotti al pubblico e viceversa, rendendo desiderabili i primi e desiderante il secondo».
Quest’opera è un resoconto dettagliato, chiaro e onesto del mondo della pubblicità, che ruota attorno alle parole che persuadono. È anche una riflessione sulla lingua e sulla società in cui viviamo, perché, come ci dice l'autrice stessa, «la pubblicità è uno specchio spudorato, rivelatore di tutto ciò che si è sedimentato nella coscienza e nell’inconscio collettivo».
La parola immaginata è, soprattutto, un esemplare trattato di scrittura creativa, che ha formato generazioni di copywriter per il suo essere, oltre che un ampio e prezioso repertorio di tecniche e soluzioni, anche un suggestivo autoritratto professionale e umano.
Annamaria Testa (Milano, 1953) è considerata uno dei più brillanti talenti creativi italiani. Ha ideato e realizzato campagne indimenticabili per moltissime grandi aziende. È autrice di numerosi libri tra cui Farsi capire (1999), La pubblicità (2003), Minuti scritti (2013), Il coltellino svizzero (2020), Le vie del senso (2021) e La trama lucente (2023).
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