Essere giovani nella Parigi degli anni venti. Mescolarsi alla folla di razze e lingue diverse, bere vino, scatenarsi al Koubok, a due passi all’università: è iniziato il Bal des Quat’z’Arts. Frequentare le lezioni, e chiedersi che cosa fare una volta terminati gli studi. Costruire ponti, dice qualcuno, misurare e ripartire la terra delle colonie, un altro. Poi c’è Gabrielle, che non vuole nulla, perché sarà il destino a volere per lei, e Ursula, che studia geografia e desidera un libro da leggere a voce alta, un libro in cui ogni frase sia armoniosa e bella. Ursula che a Parigi conosce un uomo, esce con lui, va alla Coupole dove ogni sera la ballerina Lena calamita sguardi e attenzioni, Ursula che cerca una libertà che sia solo sua, Ursula che ama Jacqueline, snella e abbronzata. Scritta da Annemarie Schwarzenbach nel 1929, quando, come la protagonista della novella, studiava alla Sorbona, La notte è infinitamente vuota procede per salti, bruschi cambi di tempo e prospettiva, impressioni in cui l’esperienza biografica è rielaborata e sublimata in una scrittura immaginifica, ora malinconica e ora estasiata dalle infinite possibilità del domani. Una scrittura sempre veloce, come un’automobile nella notte, quando il ronzio del motore e la vibrazione del volante aprono la strada ai ricordi. Controparte crepuscolare di Ogni cosa è da lei illuminata, pubblicato dal Saggiatore in questa stessa collana, La notte è infinitamente vuota anima la levigatezza stilistica tipica delle opere più mature di Annemarie Schwarzenbach con l’urgenza insopprimibile della giovinezza, e rappresenta un passaggio decisivo nell’opera dell’autrice, fra le figure più importanti della cultura mitteleuropea di inizio Novecento.
Rassegna stampa
Annemarie Schwarzenbach (Zurigo, 1908 - Sils im Engadin, 1942) è stata scrittrice, giornalista e fotografa. Il Saggiatore ha pubblicato, fra gli altri, Ogni cosa è da lei illuminata (2012), La notte è infinitamente vuota (2014), Tutte le strade sono aperte (2015), I miei occhi sul mondo (2019) e la biografia Una terribile libertà, scritta da Dominique Laure Miermont (2015).
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